
“SOS! Milano e il suo futuro”
Un affollatissimo e serrato confronto ha contrassegnato la prima cena sociale di ASPESI a Milano del 2025 dedicata a Milano e al suo futuro. Futuro messo in discussione dalla crisi giudiziario-urbanistica delle operazioni immobiliari e delle aziende -come quelle ASPESI- che le progettano e realizzano. Perché senza rigenerazione e trasformazione nessuna metropoli moderna ha un futuro, come sostiene anche un esperto (sicuramente non “cementificatore” perché fondatore dei Verdi italiani) quale Francesco Rutelli che ha affermato nel suo recentissimo libro “Città vince, città perde” che “nessuna città può vivere al fermo immagine, o va avanti o va indietro”. E la rigenerazione e la trasformazione urbana non hanno altro modo per realizzarsi che con la sostituzione edilizia e le operazioni immobiliari private (oltre a quelle pubbliche) di demolizione del vecchio e costruzione del nuovo, anche per non consumare nuovo suolo.
Il confronto è iniziato con una relazione introduttiva del Presidente dell’ASPESI, Federico Filippo Oriana, che ha dato conto ai Soci dell’Associazione del lavoro straordinario compiuto per oltre 15 mesi dalla Presidenza e dalla Commissione Speciale per Milano - composta anche da grandi sviluppatori non associati ASPESI- in una situazione di eccezionale difficoltà sia per la pressione sul nostro settore dell’Autorità Giudiziaria, sia soprattutto per la cattiva politica che ha sovrapposto ad un grave problema reale che tocca l’economia milanese, lombarda e nazionale e la società milanese affamata di abitazioni, il problema di un sindaco pro-tempore da sostenere o da abbattere a seconda dei gusti. La politica - con il lavoro di ASPESI e di altre associazioni economiche - aveva esordito bene approvando a larga maggioranza a fine 2024 alla Camera dei Deputati un disegno di legge che riconosceva la prevalenza delle ultime quattro leggi che liberalizzano gli interventi di demolizione e ricostruzione (in particolare l’ultimo, il DL Conte n.76 del 2020) sulla legge urbanistica del 1942 e la legge-ponte del 1968 (per il principio giuridico fondamentale della lex posterior derogat legi anteriori). Poi da fine 2024 con il passaggio del ddl C. 1987 al Senato, le ragioni partitocratiche hanno ripreso slancio e il disegno di legge di interpretazione autentica -che doveva essere tale per risolvere il blocco in essere e contemporaneamente dare un futuro al settore immobiliare-costruzioni- si è arenato lasciando nel dramma le famiglie senza casa, le imprese immobiliari e di costruzione, le industrie, le società di servizi e i professionisti della filiera.
E a proposito di famiglie, il Presidente Oriana ha presentato ai presenti il fondatore del Comitato “Famiglie sospese, Vite in attesa” Filippo Borsellino. Il Comitato rappresenta tutte le famiglie colpite in vario modo da questa emergenza giudiziario-urbanistica. Con situazioni diverse da chi ha opzionato a titolo oneroso la casa nuova ma i lavori sono bloccati a chi vive nella nuova abitazione già consegnata, ma gli pende sul capo il rischio che sia dichiarata abusiva, si tratta nell’insieme di un numero elevatissimo di persone ingiustamente colpite dalla vicenda nel bene più essenziale della vita insieme alla salute: la casa. Da calcoli obiettivi e confermati il numero dei soli appartamenti ora ufficialmente “bloccati” (e quindi dei nuclei familiari colpiti) ammonta precisamente a 1.625, più tutti gli altri. “La valutazione che diamo -ha proseguito il Presidente- sia nella Consulta Sviluppatori di ASPESI che nella Commissione per Milano, ossia i due organismi con i quali ho condiviso ogni decisione in questi oltre 15 mesi di lotta, è che la discesa in campo -seria, moderata nelle forme e nei toni ma fermissima nella sostanza- delle famiglie colpite da questa incresciosa vicenda cambi la situazione e apra nuove prospettive. Perché è di tutta evidenza che a Milano così tante persone -di tutti i ceti sociali, compresi verosimilmente magistrati e politici- non possono essere lasciati senza casa o con una casa dichiarata abusiva ed edifici che sono già su, ma come scheletri nel contesto urbano, non possono restareabbandonati lì così per sempre. Per cui occorrerà sicuramente un provvedimento legislativo di sistemazione della vicenda ed è quindi necessario che promotori immobiliari e famiglie convergano e siano sostenuti dall’opinione pubblica per arrivare alla migliore legge possibile”. “Lottiamo, quindi, insieme alle famiglie - ha concluso Oriana - pur nella totale autonomia di indirizzi ed iniziative perché il problema ha la stessa causa, è un problema di entrambi gli ambienti e ha la stessa soluzione: una nuova legge della Repubblica”. Ha preso, quindi, la parola Filippo Borsellino che ha esordito ringraziando il Presidente per le sue parole di apprezzamento e incoraggiamento e tutta l’ASPESI per la sua solidarietà al grave problema delle famiglie colpite dalla vicenda. Borsellino ha esposto brevemente alcuni casi umani di famiglie distrutte da questa situazione e lui stesso ha investito tutti i suoi risparmi e quelli dei suoi genitori in un progetto abitativo stroncato sul nascere, di talchè si trova ora senza casa e senza soldi. Un colpo insostenibile alla sua esistenza di giovane che deve e vuole farsi una vita. “Ma la politica e le Istituzioni - ha concluso - hanno sinora dato risposte molto deludenti a un disastro così grave e così ampio, dimostrandosi ancora una volta prigioniere delle proprie logiche e dinamiche che fanno prevalere sull’interesse delle persone e delle comunità”.
Alle relazioni introduttive ha fatto seguito un ampio dibattito nel corso del quale sono intervenuti molti Soci con domande ed osservazioni, tutti preoccupati per il protrarsi infinito senza soluzioni pratiche di una vicenda che già nel marzo 2024 sembrava insostenibile, sinceramente solidali con le famiglie incolpevoli, ma anche fiduciosi in un salto di qualità delle Istituzioni che porti ad una rapida ed efficace soluzione legislativa del problema.