27 Novembre 2024
Il convegno ASPESI Roma “Patrimonio pubblico e nuovo housing a Roma”
Il convegno ASPESI Roma “Patrimonio pubblico e nuovo housing a Roma”
Il convegno ASPESI Roma “Patrimonio pubblico e nuovo housing a Roma”
Lo scorso 21 novembre, presso la Sala Einaudi di Confedilizia, si è tenuto il convegno, promosso da ASPESI Roma, dal titolo “Patrimonio pubblico e nuovo housing a Roma” con la partecipazione dell’Assessore al Patrimonio e alle Politiche abitative del Comune di Roma, Andrea Tobia Zevi.
Il Presidente Nazionale di ASPESI Unione Immobiliare, Avv. Federico Filippo Oriana, aprendo i lavori, ha sottolineato come il tema dell’ “housing” si declini in varie forme e segmenti (senior, student, social, ceto medio in particolare per i nuovi nuclei famigliari) e come esso debba essere approcciato lungo tre diversi canali di intervento tra essi non alternativi ma coessenziali: pubblico, privato e in. Il mondo ASPESI rappresenta le imprese immobiliari che intervengono con investimenti privati nella produzione di case, ma alcune nostre realtà stanno entrando attivamente anche nell’ambito innovativo della partnership pubblico-privato.
L’Assessore Zevi ha, dapprima, inquadrato il contesto romano, riportando i dati emersi da un’indagine commissionata dal Comune di Roma al CRESME, sulla base dei quali il fabbisogno di nuove abitazioni nel Comune di Roma ammonta a 70.000 unità da suddividersi in 30.000 unità da destinare alle case popolari, 20.000 all’housing sociale e 20.000 al mercato libero.
Il patrimonio pubblico (inteso come case popolari) del Comune di Roma vale il 6%, molto al di sotto della rispetto alle altre capitali europee, tanto che l’Amministrazione capitolina si è data come obiettivo il 30% .
Un’altra indagine ha mostrato come a Roma, rispetto alle altre città europee, vi sia un aumento delle locazioni a fronte di un calo delle compravendite, anche se si sta recentemente registrando un’inversione di tendenza.
Altro dato di rilievo è che seppur l’enorme estensione della città di Roma renda difficile parametrare i costi degli immobili, si è constatata una correlazione tra l’età anagrafica dei residenti e la ricchezza del relativo quartiere, poiché i quartieri più “giovani” sono, generalmente, i meno agiati e viceversa.
Resta, in ogni caso, sempre difficile seguire l’andamento dei prezzi del mercato per il dinamismo della città (le zone popolate dagli studenti vedono, ad esempio, crescere il valore dell’affitto).
L’Assessore ha poi illustrato i progetti della Giunta capitolina, quali l’investimento, nell’ambito delle politiche abitative già avviate, in nuove case popolari (anche tramite interventi di rigenerazione urbana), il recupero dei tanti edifici pubblici esistenti da tempo abbandonati, nonché lo sviluppo della “Agenzia sociale per l’abitare” strumento, tra gli altri, di garanzia pubblica per il privato che concede in locazione il proprio immobile.
La Giunta capitolina ha, però, un progetto più ambizioso, ovvero istituire, tramite la medesima Agenzia, un Fondo pubblico-privato con cui intervenire nel mercato in modo strutturato (utilizzando le tante aree di proprietà pubblica in cui il Piano regolatore prevede l’edificabilità per calmierare il mercato o con programmi di rigenerazione o con l’acquisito tramite aste).
E’, inoltre, in corso di definizione una delibera di indirizzo con l’Assessorato all’Urbanistica del Comune che dovrebbe preludere ad un nuovo accordo integrativo, con le organizzazioni sindacali, sul canone concordato del social housing e che consentirà anche di affrontare il tema del rapporto tra le case popolari (ERP) ed il social housing (ERS).
L’Assessore ha poi concluso il suo intervento ribadendo la propria fiducia nel partenariato pubblico-privato quale collaborazione assolutamente da incentivare, soprattutto per conseguire gli obiettivi di rigenerazione urbana utili a rilanciare le zone della città ormai abbandonate.
Il tema del partenariato pubblico-privato è stato ampiamente ripreso nel corso della tavola rotonda, nella quale sono intervenuti gli architetti Renato Guidi (Bioedil) e Valter Macchi (European Engineering), l’Ing. Angelo Marinelli (CAM) e l’Avv. Giorgio Spaziani Testa, Presidente Nazionale di Confedilizia,.
L’Arch. Guidi ha, infatti, sottolineato la necessità dell’apporto del privato nell’affrontare la questione dell’housing sociale, portando situazioni ed esempi concreti in cui si potrebbe realizzare una proficua partnership pubblico-privato.
In particolare, l’Amministrazione dovrebbe investire in tale collaborazione, promuovendo il coordinamento tra pubblico e privato, sviluppando i territori oggetto di intervento per stimolare l’imprenditore immobiliare ad investire.
Anche l’Arch. Macchi ha evidenziato il fondamentale contributo del privato per soddisfare l’esigenza di housing sociale il quale, tuttavia, si deve scontrare con numerose problematiche a cominciare da una normativa ormai obsoleta, peraltro nemmeno del tutto attuata.
A tale riguardo, l’Architetto ha ricordato le specifiche criticità della Regione Lazio (Piano Casa “Polverini” rimasto inattuato per mancanza di risorse) e del Comune di Roma (difficoltà legate al Piano regolatore che non contiene la disciplina di cui alla Legge n.167/1962 e che, nonostante i molteplici tentativi, non viene modificato dal 2003), auspicando, anche, l’applicabilità della SCIA per tutti gli interventi di rigenerazione urbana così da poter avviare tempestivamente i lavori nel rispetto del proprio business plan.
L’Ing. Marinelli ha, quindi, portato la propria esperienza di imprenditore, illustrando i progetti di rigenerazione urbana realizzati dalla propria azienda e portando, così, l’esperienza, nel concreto, della proficua collaborazione tra pubblico-privato.
Collaborazione da incentivare attraverso, ad esempio, la realizzazione, da parte del privato, di abitazioni per l’edilizia residenziale pubblica a fronte della cessione, da parte del Comune, di immobili dismessi da rigenerare, così come già avvenuto in passato.
Da ultimo, l’Avv. Spaziani Testa ha evidenziato l'importanza di ampliare l'offerta di case di edilizia residenziale pubblica, soprattutto rendendo disponibili quelli già costruite ma non assegnate, di rifinanziare almeno uno dei due fondi dedicati agli affitti nonché di incentivare fiscalmente la locazione di lunga durata, ad esempio riducendo l'Imu sulle abitazioni locate a canone concordato. Ha, inoltre, rilevato come un impulso alla rigenerazione urbana delle città potrebbe giungere attraverso l'approvazione del disegno di legge attualmente all'esame del Senato, sul quale la Confedilizia ha però indicato la necessità di alcuni interventi correttivi a tutela del diritto di proprietà. Ben più difficile, se non del tutto impossibile, sarà invece aspettarsi l'altrettanto necessaria azione di "rigenerazione urbana diffusa", rappresentata dagli interventi sui singoli immobili, in seguito al drastico taglio delle detrazioni fiscali operato con la manovra presentata dal Governo e di prossima approvazione da parte del Parlamento.
Lo scorso 21 novembre, presso la Sala Einaudi di Confedilizia, si è tenuto il convegno, promosso da ASPESI Roma, dal titolo “Patrimonio pubblico e nuovo housing a Roma” con la partecipazione dell’Assessore al Patrimonio e alle Politiche abitative del Comune di Roma, Andrea Tobia Zevi.
Il Presidente Nazionale di ASPESI Unione Immobiliare, Avv. Federico Filippo Oriana, aprendo i lavori, ha sottolineato come il tema dell’ “housing” si declini in varie forme e segmenti (senior, student, social, ceto medio in particolare per i nuovi nuclei famigliari) e come esso debba essere approcciato lungo tre diversi canali di intervento tra essi non alternativi ma coessenziali: pubblico, privato e in. Il mondo ASPESI rappresenta le imprese immobiliari che intervengono con investimenti privati nella produzione di case, ma alcune nostre realtà stanno entrando attivamente anche nell’ambito innovativo della partnership pubblico-privato.
L’Assessore Zevi ha, dapprima, inquadrato il contesto romano, riportando i dati emersi da un’indagine commissionata dal Comune di Roma al CRESME, sulla base dei quali il fabbisogno di nuove abitazioni nel Comune di Roma ammonta a 70.000 unità da suddividersi in 30.000 unità da destinare alle case popolari, 20.000 all’housing sociale e 20.000 al mercato libero.
Il patrimonio pubblico (inteso come case popolari) del Comune di Roma vale il 6%, molto al di sotto della rispetto alle altre capitali europee, tanto che l’Amministrazione capitolina si è data come obiettivo il 30% .
Un’altra indagine ha mostrato come a Roma, rispetto alle altre città europee, vi sia un aumento delle locazioni a fronte di un calo delle compravendite, anche se si sta recentemente registrando un’inversione di tendenza.
Altro dato di rilievo è che seppur l’enorme estensione della città di Roma renda difficile parametrare i costi degli immobili, si è constatata una correlazione tra l’età anagrafica dei residenti e la ricchezza del relativo quartiere, poiché i quartieri più “giovani” sono, generalmente, i meno agiati e viceversa.
Resta, in ogni caso, sempre difficile seguire l’andamento dei prezzi del mercato per il dinamismo della città (le zone popolate dagli studenti vedono, ad esempio, crescere il valore dell’affitto).
L’Assessore ha poi illustrato i progetti della Giunta capitolina, quali l’investimento, nell’ambito delle politiche abitative già avviate, in nuove case popolari (anche tramite interventi di rigenerazione urbana), il recupero dei tanti edifici pubblici esistenti da tempo abbandonati, nonché lo sviluppo della “Agenzia sociale per l’abitare” strumento, tra gli altri, di garanzia pubblica per il privato che concede in locazione il proprio immobile.
La Giunta capitolina ha, però, un progetto più ambizioso, ovvero istituire, tramite la medesima Agenzia, un Fondo pubblico-privato con cui intervenire nel mercato in modo strutturato (utilizzando le tante aree di proprietà pubblica in cui il Piano regolatore prevede l’edificabilità per calmierare il mercato o con programmi di rigenerazione o con l’acquisito tramite aste).
E’, inoltre, in corso di definizione una delibera di indirizzo con l’Assessorato all’Urbanistica del Comune che dovrebbe preludere ad un nuovo accordo integrativo, con le organizzazioni sindacali, sul canone concordato del social housing e che consentirà anche di affrontare il tema del rapporto tra le case popolari (ERP) ed il social housing (ERS).
L’Assessore ha poi concluso il suo intervento ribadendo la propria fiducia nel partenariato pubblico-privato quale collaborazione assolutamente da incentivare, soprattutto per conseguire gli obiettivi di rigenerazione urbana utili a rilanciare le zone della città ormai abbandonate.
Il tema del partenariato pubblico-privato è stato ampiamente ripreso nel corso della tavola rotonda, nella quale sono intervenuti gli architetti Renato Guidi (Bioedil) e Valter Macchi (European Engineering), l’Ing. Angelo Marinelli (CAM) e l’Avv. Giorgio Spaziani Testa, Presidente Nazionale di Confedilizia,.
L’Arch. Guidi ha, infatti, sottolineato la necessità dell’apporto del privato nell’affrontare la questione dell’housing sociale, portando situazioni ed esempi concreti in cui si potrebbe realizzare una proficua partnership pubblico-privato.
In particolare, l’Amministrazione dovrebbe investire in tale collaborazione, promuovendo il coordinamento tra pubblico e privato, sviluppando i territori oggetto di intervento per stimolare l’imprenditore immobiliare ad investire.
Anche l’Arch. Macchi ha evidenziato il fondamentale contributo del privato per soddisfare l’esigenza di housing sociale il quale, tuttavia, si deve scontrare con numerose problematiche a cominciare da una normativa ormai obsoleta, peraltro nemmeno del tutto attuata.
A tale riguardo, l’Architetto ha ricordato le specifiche criticità della Regione Lazio (Piano Casa “Polverini” rimasto inattuato per mancanza di risorse) e del Comune di Roma (difficoltà legate al Piano regolatore che non contiene la disciplina di cui alla Legge n.167/1962 e che, nonostante i molteplici tentativi, non viene modificato dal 2003), auspicando, anche, l’applicabilità della SCIA per tutti gli interventi di rigenerazione urbana così da poter avviare tempestivamente i lavori nel rispetto del proprio business plan.
L’Ing. Marinelli ha, quindi, portato la propria esperienza di imprenditore, illustrando i progetti di rigenerazione urbana realizzati dalla propria azienda e portando, così, l’esperienza, nel concreto, della proficua collaborazione tra pubblico-privato.
Collaborazione da incentivare attraverso, ad esempio, la realizzazione, da parte del privato, di abitazioni per l’edilizia residenziale pubblica a fronte della cessione, da parte del Comune, di immobili dismessi da rigenerare, così come già avvenuto in passato.
Da ultimo, l’Avv. Spaziani Testa ha evidenziato l'importanza di ampliare l'offerta di case di edilizia residenziale pubblica, soprattutto rendendo disponibili quelli già costruite ma non assegnate, di rifinanziare almeno uno dei due fondi dedicati agli affitti nonché di incentivare fiscalmente la locazione di lunga durata, ad esempio riducendo l'Imu sulle abitazioni locate a canone concordato. Ha, inoltre, rilevato come un impulso alla rigenerazione urbana delle città potrebbe giungere attraverso l'approvazione del disegno di legge attualmente all'esame del Senato, sul quale la Confedilizia ha però indicato la necessità di alcuni interventi correttivi a tutela del diritto di proprietà. Ben più difficile, se non del tutto impossibile, sarà invece aspettarsi l'altrettanto necessaria azione di "rigenerazione urbana diffusa", rappresentata dagli interventi sui singoli immobili, in seguito al drastico taglio delle detrazioni fiscali operato con la manovra presentata dal Governo e di prossima approvazione da parte del Parlamento.