23 Ottobre 2024

Il convegno sulla LR del Lazio “Disposizioni per la rigenerazione urbana e per il recupero edilizio”
 

 
Il 17 ottobre scorso si è tenuto, presso la Casa dell’architettura in Roma, un convegno sulla legge regionale della Regione Lazio n.7/2017 (“Disposizioni per la rigenerazione urbana e per il recupero edilizio”) con l’obiettivo di fare chiarezza sulla concreta attuazione della normativa, nonché di discutere le proposte di modifica al testo.
L’ASPESI è stata rappresentata a questo convegno dall’Arch. Valter Macchi, Vicepresidente di ASPESI Roma e dall’Avv. Raffaella Frigieri, Responsabile ASPESI Roma e consulente legislativo di ASPESI Unione Immobiliare.
Ha diretto i lavori l’architetto Lorenzo Busnengo, consigliere OAR, aprendo il convegno proprio con l’analisi di alcuni articoli della proposta di legge n.171/2024 (“Semplificazioni e misure incentivanti il governo del territorio“)  di modifica della legge n.7/2017.
Si è, in particolare, soffermato sull’articolo 2  nella parte in cui dispone l’aumento della premialità dal 35% al 60%, sulle criticità dell’articolo 3 bis che non indica con chiarezza la procedura di delocalizzazione, mentre ha espresso un giudizio positivo sugli articoli 4 (migliora, rispetto alla legge n.7, la  disciplina del cambio di destinazione d’uso) e 5.
Ha, quindi, manifestato perplessità sull’articolo 6  poiché suscita dubbi sull’applicabilità del premio sulle ristrutturazioni edilizie qualora non si definiscano prioritariamente con chiarezza i margini della ristrutturazione semplice, mentre ha osservato che il  comma 10 bis (di cui alla lettera “z” del comma 5 del nuovo articolo 4 ) non apporta le semplificazioni auspicate, con la precisazione, però, che la conferenza di servizi per interventi di ampia portata rappresenta una tutela anche per i progettisti.
Prima di aprire il dibattito, ha ricordato il rilevante problema delle necessarie e urgenti deroghe al DM 1444/1968, così come è urgente un intervento sulla legge regionale n.15/2008 a seguito dell’entrata in vigore del decreto “Salva casa”.
L’architetto Demetrio Carini, che ha partecipato alla stesura della proposta di legge n.171, ha voluto chiarire la genesi dell’articolato, precisando che si è inteso partire dal confronto con gli uffici comunali sull’applicazione della legge n.7/2017, pur se non tutti i Comuni l’hanno applicata.
Tra le misure di semplificazione di cui alla proposta n.171 vi è l’introduzione di una variante semplificata laddove diventi un problema la puntuale localizzazione della premialità per gli interventi di demolizione e ricostruzione.
E’ poi intervenuto l’apparato amministrativo di Comune e Regione, a partire dal direttore del Dipartimento di programmazione e attuazione urbanistica del Comune di Roma, Gianni Gianfrancesco, che ha sottolineato come ci sia un’insoddisfazione perenne sul tema della rigenerazione urbana, tema che si può invece tradurre nell’insieme di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria.
Enrica De Paulis, dirigente U.O. Rigenerazione e Progetti speciali Dipartimento di programmazione e attuazione urbanistica del Comune di Roma, ha osservato come l’avvio di programmi di rigenerazione urbana destino frequentemente preoccupazione   in quanto varianti del PRG.
Ha, quindi, risposto ai quesiti sulla concreta applicazione degli articoli 2 e 3 che vengono attuati mediante uno schema con cui si definisce il concetto di “territorio urbanizzato” (così anche  per gli artt. 4, 5 e 6) e mostrato una serie di esempi di programmi di rigenerazione urbana in corso d’opera, pur con le annesse problematiche delle singole aree (quali la delocalizzazione dei volumi demoliti e ricostruiti, quello delle aree dismesse di società partecipate o di privati, casi di abusivismo ed aree in cui la rigenerazione urbana non può essere applicata).
La scelta degli ambiti di intervento avviene conformemente alle prescrizioni della legge regionale, partendo dallo stato di degrado, in senso lato, del territorio.
Relativamente all’articolo 3 ed ai casi di studio su cui il Comune  sta lavorando ed in cui vi sono proposte dei privati di demolizione e delocalizzazione, l’amministrazione, dopo aver perimetrato l’area, elabora un documento di indirizzo in cui inserire gli obiettivi di riqualificazione in modo che non vi siano incognite nel momento in cui il permesso di costruire convenzionato venga rilasciato.
Il dirigente della Direzione Edilizia Privata (Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica) Piero Presutti ha rimarcato l’importanza dell’articolo 3 per la rigenerazione urbana, mentre il Comune sta lavorando soprattutto sull’articolo 6 (che nasce come estensione del Piano casa) poiché con esso si sbloccano tante situazioni ed ha, infine, aggiungento che se le ampie finalità dell’articolo 1 fossero richiamate anche negli articoli 5 e 6 si ridurrebbe molto il livello di conflittualità.
Daniele Leoni, funzionario Edilizia privata e Urbanistica del I Municipio,  ha evidenziato le criticità (tali da sfociare in veri e propri contenziosi) derivanti dal possibile contrasto tra la legge regionale, nell’ambito del cambio di destinazione d’uso, con le restrizioni del PRG.
Per ovviare a tale rischio, occorre accompagnare il cambio di destinazione d’uso con obiettivi di riqualificazione sugli interventi da effettuare.
Un altro frequente problema attiene alla possibile contraddizione tra quanto previsto dalla legge regionale e la Soprintendenza, poiché quest’ultima con la legge sulla morfologia rende di difficile applicazione la legge regionale.
Tali discrepanze potrebbero essere superate  attraverso delibere comunali puntuali.
Ha poi preso la parola la Presidente della X Commissione (Urbanistica, Politiche abitative, Rifiuti) del Consiglio regionale Lazio, Laura Corrotti, ricordando, innanzitutto l’imminente scadenza (24 ottobre) per la presentazione degli emendamenti alla proposta di modifica della legge regionale sulla rigenerazione urbana e  l’obiettivo di licenziare il testo prima della fine dell’anno.
Ha sottolineato come la legge regionale n. 7/2017 sia, infatti, da rivedere dal momento che non ha funzionato bene, così come occorrerebbe intervenire anche sulla legge n. 38/1999 (“Norme sul governo del territorio”), magari con l’obiettivo di accorpare la VIA e la VAS .
Ha ricordato il lavoro precedentemente  svolto sulla legge sui condoni (L.n.12/2004) poiché la legge regionale era più restrittiva di quella nazionale ed era, quindi era emersa la necessità di intervenire per sbloccare le pratiche, risultato raggiunto con la  legge regionale n.12/2024.
Grande attenzione è sempre assicurata all’ascolto delle categorie,  essendo essenziale consultare chi (tecnici e cittadini) vive i problemi nel proprio quotidiano.
Ha, infine, voluto elencare i 3 princìpi cardine fissati per l’attività legislativa della Regione:
  • semplificazione di tutte le politiche, non solo le urbanistiche
  • leggi a costo zero
  • divieto di disparità di trattamento tra i cittadini
 
Anche l’assessore regionale  (Urbanistica, Politiche abitative, Case popolari, Politiche del Mare) Pasquale Ciacciarelli ha voluto ribadire come il testo di modifica alla legge n.7/2017 sia il risultato di un costante confronto con le associazioni di categoria e gli ordini professionali.
Ha segnalato come da uno studio effettuato  sia emerso che solo pochi Comuni del Lazio hanno dato attuazione alla legge n.7, quindi si è pensato ad introdurre dei correttivi che portassero a degli automatismi di applicazione della legge, senza, quindi, necessità di attuazione comunale.
Da un confronto con i tecnici dell’assessorato è, inoltre, risultato come la premialità fosse molto bassa per cui si è voluto concedere una premialità del 15% sulle ristrutturazioni, convinti, anche, che l’aumento delle volumetrie porterà vitalità al mondo dell’edilizia.
Altra priorità è il recepimento del decreto “Salva casa” a livello regionale poiché occorre dare un indirizzo preciso ai Comuni in materia.
Più in generale, la Giunta si pone, infatti, il duplice obiettivo di dare risposte immediate ai cittadini e di creare un collante amministrativo tra Regione ed Enti locali anche uniformando le varie (62) leggi regionali del Lazio in materia urbanistica.
 
L’assessore comunale all’Urbanistica, Maurizio Veloccia, ha, invece, difeso l’impianto della legge regionale n.7 poiché, a suo parere, gli interventi più importanti  realizzati in Regione sono stati fatti proprio grazie a tale legge che, quindi, andrebbe semmai migliorata con la condivisione di tutti, ma non smontata. 
E’, però, giusto ragionare sul motivo per cui gli articoli 2 e 3 non siano stati attuati, ma,  a suo parere,  non è  cambiando la “premialità” che si avrebbe l’attuazione dei suddetti articoli.
Ha, quindi, espresso perplessità sugli aumenti volumetrici ritenendo i parametri del 30%  più che sufficienti, anche perché la definizione di precisi limiti consente di  dare un indirizzo preciso ai territori.
Un altro tema che mette in difficoltà gli uffici amministrativi è quello delle destinazioni d’uso ed anche per questo, ha aggiunto,  sarebbe opportuno  aprire un confronto reale con i Comuni  diretto a comprendere l’impatto della normativa.
L’assessore ha poi elencato una serie di proposte, pur rimarcando, alla base delle stesse, il ruolo centrale dell’intervento pubblico.
Per cui se da un lato si sta pensando a permessi di costruire in deroga per favorire i processi rigenerativi e ad inserire nel PRG la promozione di progetti come alloggi sociali da parte dei privati, dall’altro il Comune deve riprendere i temi della pianificazione e della ristrutturazione urbanistica.
Nell’ambito del dibattito sulla rigenerazione urbana si deve affrontare anche il problema dell’emergenza abitativa, non lasciando solo al privato l’onere dell’housing sociale.
Più in generale, l’intervento privato deve “completare” quello pubblico, non sopperire alla sua assenza, con particolare riferimento al “tema” delle periferie.