25 Ottobre 2023
Il Forum del Comune di Milano sulla rigenerazione urbana: revisione del PGT e "nuove Porte di Milano" al centro del dibattito
Il Forum del Comune di Milano sulla rigenerazione urbana: revisione del PGT e "nuove Porte di Milano" al centro del dibattito
Si è aperto il 16 ottobre il Forum sulla rigenerazione urbana, promosso dal Comune di Milano sulle “quattro “città”, tema al centro dell’intervento di revisione del PGT che la Giunta di Sala ha deciso di rinnovare, anche in virtù dei cambiamenti radicali degli ultimi anni che - tra pandemia, inflazione, rincari delle materie prime - hanno dato al capoluogo lombardo nuove prospettive di sviluppo. Basti pensare che, secondo i dati della Banca d’Italia, mentre nel 2022 l’economia rallentava Milano registrava quasi la metà della raccolta nazionale di investimenti immobiliari da parte di banche, assicurazioni e fondi internazionali per 5,3 miliardi di euro. Ma, a causa dalla congiuntura, nei primi sei mesi del 2023 gli investimenti immobiliari sono calati a poco più di 700 milioni di euro, le richieste dei mutui si sono dimezzate, le compravendite di case diminuite del 10%. Tuttavia, reggono i prezzi di compravendite e affitti che, di fatto, stanno costringendo moltissimi lavoratori a spostarsi fuori città in quanto il limite considerato massimo del 30% del salario da spendere nella casa, per non trovarsi poveri, a Milano è abbondantemente superato.
L’assessore alla Rigenerazione Urbana Giancarlo Tancredi, dopo aver illustrato in apertura il tema centrale del forum - ovvero l’obiettivo delle quattro città in ogni progetto affinchè Milano sia: equa, con più alloggi accessibili e più inclusione, sostenibile, che lavori sul rapporto tra città e natura, prossima, con una mobilità sostenibile e infine bella per non dimenticare il contesto storico cittadino - ha dunque parlato della revisione del Pgt: “Oggi gli elementi di separazione la città di Milano e gli altri Comuni sono le infrastrutture a partire dalla tangenziale. Il vero progetto è che diventino elementi di congiunzione su scala metropolitana”. Ha avanzato così la sua proposta che si traduce in 20mila alloggi in dieci anni alle Nuove Porte di Milano, nelle aree dei parcheggi di interscambio ferrovia-tangenziali come Bisceglie, Molino Dorino, Rogoredo, Cascina Gobba e così via. Ha parlato di “densificazione” e di portare funzioni urbane nominando come principali interlocutori del progetto “le cooperative”. La prospettiva sarebbe quindi quella della nascita di nuovi quartieri o nuove periferie, di costruito simil-popolare; per fare una citazione suggestiva come “nuove Niguarda”, costruita in maggioranza così.
I principali punti di revisione del Pgt proposti dall’assessore riguardano la certezza delle regole per gli investitori, un piano d’area per ogni quartiere interno alla città sui temi dello spazio pubblico e della rigenerazione e poi la relazione con la città metropolitana declinata col suggestivo piano delle Nuove porte di Milano.
Visione condivisa da Pierfrancesco Maran, assessore alla Casa e Piano Quartieri del Comune di Milano, che ha affermato “Dovremmo allargare la Milano che funziona ai Comuni vicini”. Contestato da un gruppo di studenti fuori sede che lo ha interrotto consegnandogli il “mattone d’oro”: “Un premio alla speculazione edilizia per le 13mila case popolari vuote e per aver fatto costruire quartieri di lusso dove nessuno di noi potrà vivere” ha detto con ironia il loro rappresentante.
Critica anche Simona Colucci, ricercatrice di Codici, Ricerca e Intervento: “Ci sono molte persone che sono la spina dorsale della città ma costrette a vivere altrove: la casa permette l’ancoraggio alla città e la sua accessibilità ed è un elemento di equità e di giustizia, mentre mancano incentivi al contrasto dello sfitto. “Lo scarto tra offerta e possibilità reali delle famiglie – ha aggiunto Elena Corsi, ricercatrice del Centro Studi Pim - è tale da rendere impossibile un acquisto adeguato: del resto, sotto i 27mila euro di reddito lordo sono quasi 600mila contribuenti su 970mila totali a Milano. E gli studenti, quando smettono di essere studenti, non riescono a rimanere a Milano, visto che la famiglia non può accompagnarli in eterno. Ma così anche aziende e Pa ora fanno fatica a trovare persone che accettino un impiego in città. E in questo modo l’attrattività di Milano diventa solo una vetrina”.
In conclusione, Giancarlo Tancredi ha affermato che “La transizione da città industriale a non industriale non è ancora completata, come si vede nelle periferie, in parte dismesse. Questo è un problema di aree irrisolte, di mancata connessione, di sicurezza, di salute ambientale (siti inquinati)”. In risposta alle osservazioni sui bassissimi oneri di urbanizzazione delle zone periferiche nonostante un esiguo sconto del 5% sulle vendite in social housing ha dichiarato: “Il mancato aumento degli oneri è stato fatto per non penalizzare il processo proprio in quelle aree. Ho aumentato gli oneri del 120% nelle zone centrali e del 10% nelle periferie, proprio per la stessa ragione. Siamo in quel momento di accelerazione di processi mentre la transizione richiede tempi più lunghi ed è proprio in questi momenti di accelerazione che esplodono i problemi”. E ha ridimensionato le aspettative sul Pgt: “I Comuni non possono intervenire sui salari, sul sostegno allo studio, sul mercato di vendite o affitti: sono tutti aspetti che attengono Regione e Governo. Per rigenerare occorrono risorse (che sono sempre di meno) che non possono essere solo sulle spalle dei Comuni. Il Pgt non vuol dire mettere 100 milioni su un quartiere, ma può fare una politica urbanistica che possa favorire l’housing sociale mentre non può imporre di far costruire case “popolari” a un privato. È importante non confondere piani e ruoli”.
L’assessore alla Rigenerazione Urbana Giancarlo Tancredi, dopo aver illustrato in apertura il tema centrale del forum - ovvero l’obiettivo delle quattro città in ogni progetto affinchè Milano sia: equa, con più alloggi accessibili e più inclusione, sostenibile, che lavori sul rapporto tra città e natura, prossima, con una mobilità sostenibile e infine bella per non dimenticare il contesto storico cittadino - ha dunque parlato della revisione del Pgt: “Oggi gli elementi di separazione la città di Milano e gli altri Comuni sono le infrastrutture a partire dalla tangenziale. Il vero progetto è che diventino elementi di congiunzione su scala metropolitana”. Ha avanzato così la sua proposta che si traduce in 20mila alloggi in dieci anni alle Nuove Porte di Milano, nelle aree dei parcheggi di interscambio ferrovia-tangenziali come Bisceglie, Molino Dorino, Rogoredo, Cascina Gobba e così via. Ha parlato di “densificazione” e di portare funzioni urbane nominando come principali interlocutori del progetto “le cooperative”. La prospettiva sarebbe quindi quella della nascita di nuovi quartieri o nuove periferie, di costruito simil-popolare; per fare una citazione suggestiva come “nuove Niguarda”, costruita in maggioranza così.
I principali punti di revisione del Pgt proposti dall’assessore riguardano la certezza delle regole per gli investitori, un piano d’area per ogni quartiere interno alla città sui temi dello spazio pubblico e della rigenerazione e poi la relazione con la città metropolitana declinata col suggestivo piano delle Nuove porte di Milano.
Visione condivisa da Pierfrancesco Maran, assessore alla Casa e Piano Quartieri del Comune di Milano, che ha affermato “Dovremmo allargare la Milano che funziona ai Comuni vicini”. Contestato da un gruppo di studenti fuori sede che lo ha interrotto consegnandogli il “mattone d’oro”: “Un premio alla speculazione edilizia per le 13mila case popolari vuote e per aver fatto costruire quartieri di lusso dove nessuno di noi potrà vivere” ha detto con ironia il loro rappresentante.
Critica anche Simona Colucci, ricercatrice di Codici, Ricerca e Intervento: “Ci sono molte persone che sono la spina dorsale della città ma costrette a vivere altrove: la casa permette l’ancoraggio alla città e la sua accessibilità ed è un elemento di equità e di giustizia, mentre mancano incentivi al contrasto dello sfitto. “Lo scarto tra offerta e possibilità reali delle famiglie – ha aggiunto Elena Corsi, ricercatrice del Centro Studi Pim - è tale da rendere impossibile un acquisto adeguato: del resto, sotto i 27mila euro di reddito lordo sono quasi 600mila contribuenti su 970mila totali a Milano. E gli studenti, quando smettono di essere studenti, non riescono a rimanere a Milano, visto che la famiglia non può accompagnarli in eterno. Ma così anche aziende e Pa ora fanno fatica a trovare persone che accettino un impiego in città. E in questo modo l’attrattività di Milano diventa solo una vetrina”.
In conclusione, Giancarlo Tancredi ha affermato che “La transizione da città industriale a non industriale non è ancora completata, come si vede nelle periferie, in parte dismesse. Questo è un problema di aree irrisolte, di mancata connessione, di sicurezza, di salute ambientale (siti inquinati)”. In risposta alle osservazioni sui bassissimi oneri di urbanizzazione delle zone periferiche nonostante un esiguo sconto del 5% sulle vendite in social housing ha dichiarato: “Il mancato aumento degli oneri è stato fatto per non penalizzare il processo proprio in quelle aree. Ho aumentato gli oneri del 120% nelle zone centrali e del 10% nelle periferie, proprio per la stessa ragione. Siamo in quel momento di accelerazione di processi mentre la transizione richiede tempi più lunghi ed è proprio in questi momenti di accelerazione che esplodono i problemi”. E ha ridimensionato le aspettative sul Pgt: “I Comuni non possono intervenire sui salari, sul sostegno allo studio, sul mercato di vendite o affitti: sono tutti aspetti che attengono Regione e Governo. Per rigenerare occorrono risorse (che sono sempre di meno) che non possono essere solo sulle spalle dei Comuni. Il Pgt non vuol dire mettere 100 milioni su un quartiere, ma può fare una politica urbanistica che possa favorire l’housing sociale mentre non può imporre di far costruire case “popolari” a un privato. È importante non confondere piani e ruoli”.