22 Gennaio 2025

Incontro con l’Assessore al Territorio di Regione Lombardia Gianluca Comazzi per l’aggiornamento del Regolamento Regionale n. 7/2017 sull’invarianza idraulica

In apertura, l’Assessore ha sottolineato l’intento semplificatorio delle modifiche apportate e ha stimato in sei mesi il tempo ancora necessario per giungere all’approvazione definitiva del nuovo testo, il quale non sarà applicabile agli interventi edilizi per i quali, alla data della sua entrata in vigore, siano già state presentate l’istanza di permesso di costruire, la s.c.i.a. o la c.i.l.a., o per i quali (nel caso di interventi di edilizia libera) siano già iniziati i lavori.
 
Successivamente è intervenuta l’ing. Tolone, dirigente della Struttura attuazione interventi di difesa del suolo di interesse regionale, che ha illustrato le principali proposte di modifica al regolamento, che sintetizzo in punti:
  • l’incentivazione del ricorso a soluzioni di gestione sostenibile (nature based solutions, come trincee filtranti o tetti verdi) in luogo delle vasche di laminazione;
  • una modifica all’elenco degli interventi soggetti all’applicazione del regolamento, quali:
    • gli interventi di ristrutturazione edilizia che comportino una demolizione parziale, superiore al 70%, della superficie coperta esistente, con successiva ricostruzione con aumento dell’indice di copertura;
    • l’installazione di impianti agrivoltaici e fotovoltaici che comportino una riduzione della permeabilità del suolo;
    • la realizzazione di nuove discariche o l’ampliamento di quelle esistenti;
  • una modifica delle ipotesi di esclusione dall’applicazione del regolamento, tra le quali meritano di essere ricordati i siti bonificati o per i quali sono in corso procedimenti di bonifica;
  • una modifica dei criteri di calcolo della portata meteorica massima scaricabile, che dovrebbe portare ad una riduzione dei volumi delle misure di invarianza idraulica da realizzare;
  • la previsione di misure di semplificazione, rivolte ai Comuni, per la redazione degli studi di gestione del rischio idraulico;
  • una modifica della disciplina della monetizzazione, semplificando e riducendo i presupposti per l’accesso a tale alternativa.
 
Gli interventi che sono seguiti (da parte di rappresentanti degli ordini degli ingegneri, degli architetti e dei geologi, nonché dei gestori delle reti e del servizio idrico) si sono concentrati sugli aspetti più tecnici della disciplina, esprimendo un generale apprezzamento per il testo modificato.
 
In rappresentanza di ASPESI Unione Immobiliare ha partecipato all’incontro in Regione Lombardia l’Avvocato Fabrizio Donegani dello Studio Belvedere & Partners.
 
Riportiamo il suo intervento:
“Intervenendo in rappresentanza di ASPESI, e portando il suo saluto e il ringraziamento per l’invito, evidenzio alcune criticità del testo, che espongo brevemente:
  • in primo luogo, il fatto che la riduzione della permeabilità del suolo è parametrata “alla permeabilità naturale originaria del sito, ovvero alla condizione preesistente all’urbanizzazione, e non alla condizione urbanistica precedente l’intervento” (articolo 3, comma 4), il che comporta che interventi migliorativi della permeabilità del suolo rispetto allo stato di fatto (come gli interventi di rigenerazione di aree industriali dismesse) debbano comunque prevedere opere di invarianza idraulica;
  • in secondo luogo, la circostanza per cui l’applicabilità delle misure di invarianza idraulica è legata alla tipologia edilizia dell’intervento (articolo 3, comma 2), indipendentemente - anche in questo caso – dal fatto che l’intervento migliori le caratteristiche di permeabilità dei fondi: l’applicazione, o meno, delle misure dipende quindi dalla categoria di appartenenza dell’intervento, a prescindere dalla qualità del progetto;
  • in terzo luogo, il fatto che, all’interno del regolamento, le soluzioni di gestione sostenibile siano incentivate più nelle intenzioni che nella sostanza, da un lato perché la disciplina sulla progettazione delle opere di invarianza idraulica (articoli 10 e 11) risente dell’impostazione tradizionale che vede negli invasi di laminazione lo strumento principale di gestione delle acque piovane, dall’altro perché le indicazioni rivolte ai Comuni per l’aggiornamento dei propri studi di gestione del rischio idraulico si limitano a meri suggerimenti.”
 
Al termine della riunione, il dirigente dell’Unità Organizzativa Difesa del suolo, dott. Cerretti, si è reso disponibile a valutare ulteriori proposte di modifica, che gli interessati dovranno trasmettere entro una settimana, limitate però ad aspetti di dettaglio tecnico della disciplina.