09 Ottobre 2024

ASPESI Roma - La tavola rotonda sulla nuova normativa in itinere in materia di rigenerazione urbana


 
 

Nella elegante Sala Einaudi – affollata per l’occasione oltre alla sua capienza – l’evento di ASPESI Roma è proseguito dopo il seminario sull’andamento del mercato immobiliare romano con il confronto sulla nuova normativa in itinere in materia di rigenerazione urbana, a Roma e a livello nazionale.

La tavola rotonda è stata coordinata dal Presidente di ASPESI Unione Immobiliare, Federico Filippo Oriana, che nella sua introduzione ha ricordato ai presenti le valenze senza uguali della rigenerazione urbana, prospettiva che coniuga economia, socialità, qualità della vita, ecologia, la sola via strategica per la competitività internazionale del nostro Paese e delle sue principali città. In pratica, la sola possibilità per l’Italia di poter restare in futuro una delle principali economie e società di un mondo sempre più difficile e competitivo.
 
Ha aperto il confronto Valter Macchi, Vicepresidente di ASPESI Roma e Consigliere Nazionale di OICE, che ha illustrato le difficoltà di fare a Roma rigenerazione urbana, in particolare attraverso la demolizione e ricostruzione (abbattimento degli immobili degradati, bonifica del suolo e costruzione di un nuovo edificio ecologicamente ed energeticamente performante), l’unica possibile tipologia di intervento adeguata ad un programma di rigenerazione urbana. Il motivo di questa difficoltà è la normativa vigente: quella nazionale risalente ad una legge urbanistica del 1942 pensata per l’espansione orizzontale delle città (sprawl), allora di attualità, e non al riutilizzo e densificazione dell’esistente, come necessario oggi; quella regionale laziale che vede una legge sulla rigenerazione urbana abbastanza recente (la n.7 del 2017) ma non funzionante per alcune problematiche applicative, ovvero per le cd. NTA (le norme tecniche di attuazione).
 
L’Arch. Macchi ha, quindi, evidenziato come la rigenerazione urbana debba essere realizzata per “ambiti”, i quali presuppongono, necessariamente, una programmazione ed una pianificazione in cui il privato può inserirsi con proposte che però non può attuare se non c’è la volontà del Comune, tant’è che non si è avuta una reale attuazione della legge regionale n. 7, appunto, per la mancanza di piani attuativi specifici sulla rigenerazione urbana.
 
L’architetto Macchi ha, poi, sottolineato come un altro aspetto essenziale da considerare debba essere la celerità decisionale, poiché gli investimenti non possono aspettare: un piano finanziario non può attendere un anno per essere attuato perché se la costruzione venisse realizzata dopo un anno il piano sarebbe necessariamente diverso.
 
Un’importante esortazione avanzata dall’Architetto è quella di considerare l’emananda legge di rigenerazione urbana nazionale l’occasione per mettere finalmente mano alla legislazione urbanistica (L. n. 1150/1942 e D.M. n. 1444/1968), legislazione  che ha disciplinato la nascita dei nostri edifici in un contesto, inevitabilmente, differente, tant’è che il tema della rigenerazione nasce oggi da esigenze - quali il contenimento del consumo di suolo, il miglioramento antisismico, l’efficientamento energetico, la piena fruibilità del bene con conseguente abbattimento delle barriere architettoniche - del tutto diverse da quelle che generarono la normativa urbanistica originaria, seppur tuttora vigente, anzi addirittura in contrasto con i princìpi attuali (il D.M. n. 1444/1968 con i vincoli che impone impedisce, di fatto,  il contenimento di consumo del suolo, senza dimenticare le zone C, obbligatorie in ogni piano regolatore, che il summenzionato decreto ministeriale, in applicazione della L. n. 1150/1942, dichiara “zone di espansione”).
 
L’Arch. Macchi ha sollecitato, quindi, i rappresentanti istituzionali presenti ad accelerare l’introduzione della nuova legislazione nazionale e regionale in materia di rigenerazione urbana e ha offerto la disponibilità di un ampio mondo di progettisti e tecnici qualificati -rappresentato da OICE e anche da ASPESI con ASPESI Roma e ASPESI Progettazione- a certificare i progetti meritevoli di approvazione e di certificazione.
 
 
E’ intervenuto, quindi, il Presidente del Consiglio Regionale del Lazio, Antonio Aurigemma, che -forte anche dei suoi precedenti incarichi a livello comunale di Roma Capitale- ha illustrato le problematiche degli iter autorizzativi (con particolare riferimento alle lungaggini causate dalle Conferenze di Servizi) e l’obiettivo della nuova maggioranza della Regione Lazio di renderli più rapidi ed efficienti, con un occhio di riguardo ai diversi recuperi territoriali di siti dismessi e/o degradati che si presentano come necessari a Roma e nelle altre città laziali.
In particolare, con  la nuova legge sulla rigenerazione urbana  la Regione si pone l’obiettivo di definire chiaramente  compiti e competenze oltre che quello di fornire riposte agli operatori nei tempi necessari alla costruzione dell’opera, proprio per la consapevolezza di come  la tempistica sia un fattore  fondamentale dato che tanti investimenti sono sfumati a causa della lentezza burocratica che deve, pertanto, essere  contrastata attraverso la “semplificazione”, affinchè le nuove norme non si prestino ad incertezze interpretative.
Da parte della Regione vi è, quindi, la massima disponibilità all’ascolto di ASPESI e dei suoi soci, considerate le positive ricadute che gli interventi di demolizione e ricostruzione generano.
 
Il Presidente Aurigemma ha anche annunciato che entro la fine dell’anno il Consiglio da lui stesso presieduto approverà sicuramente la revisione della legge della Regione Lazio vigente in materia di rigenerazione urbana con l’auspicio che sia preceduta dall’omologa legge nazionale. 
Ha preso, poi, la parola il Presidente dei Senatori di Forza Italia e “patron” della proposta unificata di legge nazionale sulla rigenerazione urbana in discussione in questo momento alla Commissione VIII Ambiente e Territorio del Senato della Repubblica. Il Sen. Gasparri ha ricordato il pregresso travagliato dell’iter di questo provvedimento legislativo che viene dopo diversi tentativi infruttuosi di varo parlamentare, con vari testi presentati nella scorsa legislatura sia alla Camera che al Senato che dal Governo Draghi nella persona del Ministro del MIT Enrico Giovannini. Ora -anche alla luce del conflitto interpretativo in atto- la questione della definizione normativa della rigenerazione urbana -con annessi incentivi- è diventata veramente urgente e per questo il Presidente Gasparri -pur invitando ASPESI e le altre organizzazioni immobiliari a presentare le proprie osservazioni migliorative- ha auspicato una convergenza di fondo sul tema -per sua natura non divisivo- al fine di accelerare i tempi. Ha anche espresso l’auspicio che il Governo non presenti un suo nuovo testo -eventualità che ritarderebbe sensibilmente l’approvazione della nuova legge-, ma che semmai sfrutti tutte le ampie opportunità offerte al Governo dai regolamenti parlamentari per incidere sul testo unificato già in discussione al Senato.
 
Nel secondo giro della tavola rotonda il dibattito si è concentrato maggiormente sulle problematiche romane, in particolare sulla questione dell’estensione del Centro Storico di Roma, così ampia da comprendere anche zone senza alcun pregio storico o architettonico, ma escluse per questo ex-lege (art.10 del DL 76 del 16.7.2020) dalla possibilità di demo-ricostruzione: si dovrà necessariamente rivedere i confini della zona A (Centro Storico) di Roma per non rendere impossibile il recupero di un immenso stock di aree degradate.
Ha concluso l’evento il Presidente Nazionale della Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, che esprimendo il suo ringraziamento per l’evento realizzato presso la sede centrale di Confedilizia e apprezzamento sia per la prima parte dedicata all’analisi del mercato romano che per la seconda di confronto sul tema della rigenerazione urbana, ha sottolineato la convinzione della Confedilizia che -sia per motivi di equità, che  di funzionalità stessa del provvedimento- la nuova legge non debba seguire una strada “punitiva” delle proprietà dei siti abbandonati (v. ad es. questione dell’Imu), bensì di incentivazione degli interventi di recupero. Tutte le nuove e attese innovazioni urbanistiche -ha concluso il Presidente della Confedilizia- debbono giustamente favorire le iniziative imprenditoriali private, come richiesto dall’ASPESI, ma senza mai ledere i diritti e i legittimi interessi delle proprietà.