17 Luglio 2022

Paolo Buzzetti al Tavolo sulla rigenerazione urbana organizzato a Roma dal Senatore Fabio Rampelli

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Nell’ambito dell’iniziativa organizzata da FdI Roma, ‘Piazza Italia’, presso le sale dell’Enpam, giovedì 14 luglio soggetti economici pubblici e privati, architetti, docenti universitari e associazioni si sono confrontati sulla trasformazione del territorio: rigenerazione urbana, sostituzione edilizia, qualità e identità.

 

All’incontro sulla ‘città sana’ hanno partecipato il vicepresidente della Camera dei Deputati Fabio Rampelli, il Prof. Franco Purini, il Prof. Paolo Desideri, il noto urbanista del Principe Carlo d’Inghilterra Leon Krier, il Prof. Orazio Campo, l’Arch. Giuseppe Pezzotti, gli arch. Andreas Duany e Dhiru Thadani della corrente del New Urbanism, il Prof. Gabriele Tagliaventi, il Prof. Livio De Santoli, l’arch. Armando Balducci.



Per ASPESI Roma è intervenuto il Presidente Paolo Buzzetti che ha dichiarato: “In Italia manca un organismo governativo che si occupa delle città, un ministero o un’agenzia sul modello francese, che ponga l’attenzione sullo sviluppo delle città attraverso piani di investimento pubblico e privato, oggi più che mai necessario in ragione ai grandi investimenti  in atto attraverso i fondi PNRR. Le grandi capitali europee , Londra e Parigi hanno attuato piani di investimento con il  coinvolgendo dei privati. In Italia non ci sono indicazioni precise su come il capitale privato può intervenire in sinergia con gli  investimenti pubblici,  lo strumento utilizzabile è certamente il   project financing, che è stato migliorato ma sono ancora carenti le procedure di applicazione. Uno strumento premiante sia per il privato che per il pubblico   che potrebbe essere utilizzato anche per attuare programmi di sostituzione edilizia  e di rigenerazione urbana

 

Si è trattato di un incontro – ha spiegato il coordinatore Massimo Milanidi un’importanza esemplare perché siamo riusciti a unire il fior fiore del pensiero italiano e internazionale attorno a un principio sul quale ognuno di noi ha posizioni diverse: come ricostruire una città al centro della quale ci sia l’essere umano con le sue relazioni e le sue esigenze: famiglia, lavoro, mobilità, socialità”.


Argomento centrale – ha detto il vicepresidente della Camera Fabio Rampellil’idea di città dopo la pandemia, il rifiuto delle smart cities funzionali soltanto alla distruzione dell’appartenenza comunitaria e alla finanza che nelle città ha trovato con il  mercato immobiliare nuovi strumenti di speculazione,  la constatazione del limite dei processi di rigenerazione urbana sempre concentrati nei centri storici e nelle aree di pregio, escludendo comunque le periferie da processi di rinnovamento. Ma ciò che è emerso in tutta la sua costanza storica è la necessità del bello: costruire il bello perché fa bene a chi ci abita.  L’aspetto interessante è che pur partendo spesso da posizioni culturali diverse – c’erano anche esponenti della corrente del new urbanism ed esponenti culturalmente più appartenenti all’area della sinistra-  abbiamo tutti concordato sul fallimento dell’urbanistica, anzi sulla morte dell’urbanistica anche a causa del Titolo Quinto della Costituzione che ha demandato alle Regioni questa disciplina fondamentale. E mi trovo particolarmente d’accordo con chi ha sottolineato la necessità di ripartire dalle periferie perché sono, almeno a Roma, fonte di energia vitale che purtroppo il centro storico non ha più. Il nuovo governo che verrà, quello che si insedierà con le nuove elezioni, dovrà avere un ministero delle Città o delle aree urbane, realtà  sistematicamente ignorate dall’agenda politica attuale benché siano il luogo dove vive oltre il 50% della popolazione italiana”.