12 Luglio 2017

Lazio, approvata la legge per la rigenerazione urbana

Regione Lazio

Disposizioni anche per il recupero edilizio. Previste premialità in cubatura e superficie. Un ruolo chiave assegnato ai Comuni nella programmazione degli interventi urbanistici.


 


Scaduto il primo giugno il piano casa, il Lazio si è dotato oggi di disposizioni per la rigenerazione urbana e il recupero edilizio. Ad approvarle, con 28 voti a favore e 18 contrari, il Consiglio regionale del Lazio a partire da un’iniziativa presentata dall’assessore Michele Civita. L’esame in Aula si è concluso dopo una serie di sedute, iniziate lo scorso 12 giugno. Quella approvata questo pomeriggio è una normativa prevista dalla legge di stabilità regionale 2017 del dicembre scorso e che da marzo in poi è stata in gestazione nella sesta commissione consiliare presieduta da Enrico Panunzi. “Questa legge – ha ricordato Civita all’avvio dell’iter – ha l’obiettivo di superare le norme transitorie e derogatorie contenute nel piano casa con nuove disposizioni legislative ordinarie”.



SCHEDA: COSA PREVEDE LA LEGGE PER LA RIGENERAZIONE URBANA (link)



È una rigenerazione urbana ampia quella varata oggi: è infatti concepita come un mezzo per migliorare la qualità della vita dei cittadini, comprende aspetti sociali, economici, urbanistici ed edilizi, anche con l’obiettivo di promuovere o rilanciare territori in situazioni di disagio o degrado socio-economico. Sono previste premialità con incremento di volumi o superfici (si arriva, in alcuni casi, fino al 40 per cento), ma pure delocalizzazioni e cambi di destinazione d’uso. Ai Comuni è affidato un ruolo centrale nella scelta e nella valutazione degli interventi. La legge disciplina i programmi di rigenerazione urbana, gli “ambiti territoriali di riqualificazione e recupero edilizio”, gli interventi per il miglioramento sismico e l’efficienza energetica, nonché i cosiddetti interventi diretti. Dettate anche norme per il “riordino funzionale” degli stabilimenti balneari, tanto marittimi che lacuali, nel rispetto della disciplina paesistica e ambientale.



Gli interventi di rigenerazione e recupero saranno consentiti nelle porzioni di territorio urbanizzate, su edifici realizzati legittimamente o sanati. Ma essi sono espressamente esclusi dalle zone con vincolo di inedificabilità assoluta e dalle aree protette, tranne nelle zone qualificate “paesaggio degli insediamenti urbani” dal Ptpr. È comunque fatto salvo quanto consentito dai piani di ciascuna area naturale e dalla legge regionale 29/1997 (le “Norme in materia di aree protette regionali”). Escluse le aree agricole, tranne che in alcune circostanze, legate alla presenza di insediamenti riconosciuti dal piano territoriale paesistico (Ptpr). Sono comunque applicabili, in zona agricola, le disposizioni sugli interventi diretti, che consentono incrementi fino al 20 per cento della volumetria o della superficie.

Fuori dai programmi di rigenerazione sono rimasti gli insediamenti urbani storici individuati come tali dal Ptpr. Argomento, questo dei centri storici, rinviato al prossimo “mini collegato” estivo, dopo una battaglia per l’inserimento nella legge condotta nelle precedenti sedute da Pietro Sbardella (Misto). Contrari invece alle deroghe per parchi e aree agricole i consiglieri M5s. Tra le varie disposizioni finali e di dettaglio approvate oggi, la legge per il recupero dei sottotetti, la n. 13 del 2009, è stata resa applicabile a quelli ultimati al 1 giugno 2017. Il limite precedente era al 31 dicembre 2013.



La legge contiene anche “norme transitorie e finali per dare chiarezza sui procedimenti in itinere, riguardanti il piano casa regionale”, come ha spiegato Civita illustrando le misure che fanno salve le pratiche avviate prima dello scorso primo giugno. Un piano casa che il centrodestra, con iniziative di Sbardella e Giancarlo Righini (FdI), ha invece chiesto di prorogare al 31 dicembre, anche se solo per piccoli ampliamenti. Proposte che però sono state tutte bocciate a maggioranza. “Un danno incalcolabile per le entrate finanziarie dei Comuni del Lazio”, ha commentato Righini. Una proroga nascosta di un mese a favore di chi ha una costruzione in sanatoria sarebbe, invece, l’effetto della norma transitoria, secondo il M5s Devid Porrello, che ne ha domandato la rimozione. L’Aula ha respinto la proposta di modifica.