31 Gennaio 2024

Marche, via libera dal Consiglio dei Ministri alla nuova legge urbanistica
 

Il Consiglio dei Ministri ha deciso nella seduta di ieri 25 gennaio di non impugnare la Legge n.19/2023, approvata il 28 novembre scorso, riguardante le “Norme della pianificazione per il governo del territorio”, entrata in vigore il 1° gennaio 2024.
Si tratta di un risultato straordinario e assolutamente non scontato per la Regione Marche – afferma l’assessore regionale all’Urbanistica, Stefano Aguzzi - anche alla luce delle pesanti polemiche e contestazioni che si sono succedute non solo in aula consiliare ma anche sulla stampa, che hanno visto alcuni politici avanzare pesanti offese nei confronti soprattutto degli uffici e del gruppo di lavoro che ha lavorato con continuità e professionalità all’atto”.
Il cammino verso l’approvazione non è stato facile – ha ricordato Aguzzi - dal momento che sono state necessarie cinque sedute consiliari, all’interno delle quali ha trovato spazio la discussione di 400 emendamenti, di cui una quarantina approvati, e che ha visto l’aula dover gestire un dibattito spesso strumentale e propagandistico da parte dell’opposizione.
Oggi finalmente la legge, che ha passato il vaglio di legittimità da parte dello Stato, dopo un’attesa di trentuno anni e un lungo e costante confronto con i principali soggetti coinvolti nell’iter di approvazione. Essa dota la Regione Marche di uno strumento normativo al passo con i tempi. La precedente legge, più volte modificata, era infatti del 1992”.
Si tratta – spiega ancora l’assessore - di un testo innovativo, composto da 36 articoli con un forte carattere pragmatico, operativo, chiaro, non generico, che accompagna la Regione Marche verso una nuova era. Proprio per questo è previsto un periodo transitorio da dodici a quarantotto mesi per l’approvazione dei nuovi piani proposti dalla legge”.
Tra le principali previsioni della legge c’è la CeVI, la conferenza di coopianificazione e endovalutazione VAS interistituzionale per la formazione/approvazione del piano, che consente di progettare i piani ai vari livelli fin dall’inizio insieme e in maniera condivisa e partecipata tra enti (Ministero, Regione, Province e Comuni).
Dopo un lavoro di due anni, un percorso lungo, approfondito e di grande confronto, questa legge porta tutti gli enti locali della regione a rivisitare la programmazione dei propri territori, a uniformarli tra loro. Un territorio che era come imbalsamato dalle vecchie norme ormai superate, complicate, viene ripensato con nuovi criteri che tendono in generale a prevedere un consumo di suolo minimo, la rigenerazione urbana, il riutilizzo di territorio già edificato, la copianificazione e la semplificazione delle procedure.