14 Febbraio 2024

Piano Casa, ecco le proposte del tavolo ministeriale 

Edilportale

Rendere più rapidi gli interventi edilizi, promuovere partnership pubblico-private per interventi di housing sociale, favorire la mixitè sociale, finanziare il recupero del patrimonio ERP, destinare gli alloggi privati invenduti all’edilizia sociale, prevedere incentivi fiscali ad hoc. Sono di questo tipo, per il momento, le proposte che associazioni e stakeholders hanno inviato al tavolo tecnico sul Piano Casa 2025 istituito dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini.

 
Il tavolo - spiega il Ministero - è al lavoro per affrontare organicamente politiche dedicate al disagio e all’emergenza abitativa. E ha pubblicato le principali idee relative alle macroaree di lavoro, condivise con enti, associazioni e altre realtà interessate dal tema, alcune delle quali - annuncia - costituiranno il titolo di tavoli tecnici tematici.
Relativamente al tema della riconversione e della riqualificazione patrimonio pubblico inutilizzato o in disuso, le richieste sono quelle di agevolare i cambi di destinazione d’uso, ridurre la complessità burocratica per rendere più rapidi gli interventi edilizi, riconvertire il patrimonio pubblico per destinarlo ad uso abitativo.
In sintesi, gli operatori chiedono la revisione della normativa edilizia e urbanistica, ovvero il nuovo Testo Unico delle Costruzioni che lo stesso Ministero delle Infrastrutture sta cercando di riscrivere ormai da alcuni anni.
 

Piano Casa, le proposte del tavolo ministeriale

Andando più nello specifico delle proposte per il Piano Casa, troviamo la richiesta di assegnazione ai Comuni di immobili, aree, edifici di enti statali o parastatali inutilizzati per trasformazione in alloggi per l’edilizia sociale o studentati pubblici con conseguente relativa gestione, e la proposta di attribuzione alle Aziende Casa del ruolo di soggetto attuatore dei programmi di recupero del patrimonio pubblico dismesso e/o inutilizzato non di proprietà delle stesse aziende.

Molto sensibile anche il tema del protagonismo dei soggetti privati: si chiede la promozione di partnership pubblico-private per interventi di housing sociale, di finanziamenti strutturali con il supporto del sistema bancario e dei meccanismi di finanziamento privato, ma anche la creazione di standard progettuali replicabili su tutto il territorio nazionale.

Tra gli obiettivi c’è quello di favorire la mixitè sociale per evitare effetti ghetto e di promuovere il cohousing, creando complementarietà tra il sistema dell’edilizia residenziale pubblica e quello dell’edilizia residenziale sociale.
Il patrimonio ERP merita di essere recuperato, secondo gli operatori, attraverso il rifinanziamento del Programma di recupero ex lege 80/2014 con trasferimento delle risorse direttamente ai Comuni, fondi permanenti e strutturali per la manutenzione, un Fondo di Rotazione per il recupero edilizio del patrimonio ERP e linee di finanziamento dedicate ai centri storici.
Una risorsa utile sono gli alloggi privati invenduti: si propone l’assegnazione gratuita ai Comuni di immobili invenduti e/o oggetto di aste giudiziarie, la destinazione a obiettivi di edilizia residenziale pubblica o sociale delle unità immobiliari di edilizia privata rimaste invendute in accordo con i proprietari, l’acquisto degli alloggi invenduti da parte di Comuni o Regioni per destinarli alla locazione agevolata.
 
Altre idee riguardano la leva fiscale: imposte di registro e ipocatastali fisse per minimizzare il costo fiscale dell’acquisto da parte dei soggetti attuatori di aree e fabbricati destinati all’attuazione dei piani di edilizia residenziale; assimilazione degli immobili residenziali destinati alla locazione agli immobili strumentali; esenzione IMU sugli immobili recuperati.
Infine, gli operatori chiedono la revisione del sistema degli incentivi per la transizione green degli immobili estendendoli agli investitori istituzionali.