16 Ottobre 2024

G*AA progetta l’interior del campus Escp Business School
 

L’edificio di 8mila metri quadrati sarà inaugurato in autunno L’ingresso emergerà per l’iconica facciata rivestita in lamiera tridimensionale

G*AA progetta l’interior del campus Escp Business School
L’edificio di 8mila metri quadrati sarà inaugurato in autunno
L’ingresso emergerà per l’iconica facciata rivestita in lamiera tridimensionale
 
Torino. Primo isolato, fra via Andrea Doria, via Accademia Albertina e via Cavour. Nel 1877 era un palazzo con appartamenti di prestigio di matrice Beaux-Arts, reso in parte polvere dai bombardamenti di dicembre 1942. Nel 1983, ciò che restava dei setti murari d’origine è stato convertito in un edificio in cemento armato, solida sede della Banca Nazionale del Lavoro. Nell’autunno 202 sarà il nuovo campus di 8mila mq della Escp Business School, scuola di leadership responsabile, multiculturale che forma imprenditori e manager di alto profilo.
Nel cuore della città sabauda, sta prendendo forma un edificio di nuova generazione. È la città che si trasforma, fra i corsi e i ricorsi della storia, che innova, ripensa e asseconda il mutamento della società e dei suoi bisogni. In una tiepida giornata di un inverno non è stato difficile immaginarlo, questo nuovo volume, camminando fra impalcature, in una visita esclusiva accompagnati da Francesco Rattalino, executive Vice-President di Escp Business School e dall’architetto Matteo Robiglio, l’altra anima di Tra – Toussaint Robiglio Architetti, che ha visto in Isabelle Toussaint per questo progetto la protagonista dell’idea di trasformazione.
Partiamo dal piano terra. Il volume non resterà chiuso fra due vie, ma si aprirà a studenti e cittadini in una nuova piazza urbana, coperta e non scaldata, nella pancia dell’edificio. Il muro, che fino a ieri chiudeva il fabbricato su via Andrea Doria, sarà sostituito da una lama di vetro che inviterà all’ingresso. In questa via, il fronte dell’immobile emergerà fra gli altri palazzi per l’iconica facciata rivestita in lamiera tridimensionale color bronzo.
L’intreccio di fasce sovrapposte, traforate e curve, che strizzano l’occhio alle forme di Guarini o di Mollino, sono progettate non solo per far filtrare luce e aria, ma hanno come obiettivo far emergere l’architettura dal prospetto laterale di via Cavour.
Entrati in piazza, il piano terra scivola verso una luminosa e ampia caffetteria d’angolo e in un learning center dove studiare o incontrarsi. Al centro, a sorpresa, un camino (un mini-patio aperto verso il cielo), elemento di ventilazione naturale dell’immobile che è stato ricavato nell’unione fra l’ex immobile Bnl e un adiacente basso fabbricato, oggi sviluppato in altezza. «Il nostro sarà un campus verticale e urbano – commenta Francesco Rattalino – che sorge in città e non in periferia e s’integra con il centro. Qui studieranno nell’anno accademico quasi 1.550 studenti provenienti da tutto il mondo, che Torino la devono vivere da protagonisti. Nella loro vita futura, saranno ambasciatori della nostra immagine all’estero».
Salendo al secondo piano dell’edificio visitiamo gli spazi dove stanno prendendo forma le aule. Le due più grandi, separate da una paratia mobile e che unite formeranno una grande “arena” con podio centrale e tribune contrapposte. Quelle più piccole, che a fianco hanno la segreteria, spazi break out e un primo nucleo di uffici con il career office. Gli uffici – compresa la sala del consiglio di amministrazione e la direzione – proseguono al terzo piano. Completano la dotazione di spazi didattici le aule nell’attuale sottotetto: spazi non ancora visitabili, ma in cui avanzano i lavori.
«A terra il legno, per dare calore. A dividere gli spazi grandi vetrate opalescenti per la luce. Per il resto il cemento e tubature degli impianti a vista, che raccontano e non celano la storia – racconta Matteo Robiglio -. Lo sviluppo oltre che verticale, accorpa in un edificio funzioni diverse per momenti diversi: la piazza aperta per l’incontro, la caffetteria per la convivialità, le aule e il learning center per lo studio e le conferenze». Le aule sono concepite per consentire veloci riconfigurazioni, con allacci e prese disseminate sul pavimento. Il progetto dell’interior, curato da G*AA, Subhash Mukerjee Studio e Conrotto progetti, completerà gli allestimenti che mixano passato e tecnologia.
L’edificio – di cui Torino attende il taglio del nastro – è proprietà Bnl, ceduto in un affitto a lungo termine a Escp. L’investimento per la ristrutturazione e l’ampliamento dell’edificio ammonta a 20 milioni.
(fonte Sole 24 ore)