04 Dicembre 2024

Rusconi (Impresa Rusconi): “Milano ha ancora un grande potenziale, agisca ora”
 

(fonte Pambianco Real Estate)

Rusconi (Impresa Rusconi): “Milano ha ancora un grande potenziale, agisca ora”
(fonte Pambianco Real Estate)
Milano è a un bivio: la narrazione di successo della città più internazionale d’Italia si scontra oggi con un mercato immobiliare in difficoltà. Diventa necessario ripristinare fiducia tra operatori e istituzioni, superando le recenti tensioni. Senza una strategia chiara, il rischio è che Milano perda attrattività a favore di altre città italiane ed europee, mettendo a repentaglio il suo primato di hub dell’innovazione e dello sviluppo. Ne abbiamo parlato con Stefano Rusconi, consigliere delegato di Impresa Rusconi, secondo cui “Milano sta attraversando un momento delicato. La città è percepita come stanca, e questa visione non è del tutto infondata. Esistono disparità, conflitti e disuguaglianze che sono comuni a molte metropoli europee. Tuttavia, ritengo che Milano non sia un caso isolato né una ‘mosca bianca’. Le difficoltà che affrontiamo sono rappresentative di dinamiche più ampie”.
Come stanno influenzando il mercato immobiliare?
“La narrazione negativa, insieme alle incertezze giudiziarie, ha creato diffidenza nei clienti e nel mercato. A ciò si aggiunge un contesto macroeconomico segnato da una crisi economica profonda, latente già prima della pandemia. Il COVID-19 ha accelerato questa crisi, e ora i suoi effetti stanno emergendo chiaramente. Pensiamo, ad esempio, alla crisi della domanda in Germania, fortemente legata al settore dell’auto, che influisce indirettamente anche su Milano. In questo scenario, il mercato premia i prodotti concreti e di qualità, capaci di rispondere a necessità immediate e non solo aspirazionali”.
Cosa intende esattamente per “prodotto concreto”?
Un prodotto concreto è caratterizzato dalla qualità della costruzione e dalla chiarezza nella comunicazione. Deve essere legato a una materialità solida, non a elementi di lusso o aspirazionali. I clienti oggi vogliono sicurezza, non prospettive vaghe o promesse future. Per esempio, un’abitazione che risponde a esigenze attuali, con tempi di consegna certi, è ciò che il mercato apprezza di più. L’incertezza sul futuro spinge le persone a consolidare il presente, investendo in progetti affidabili”.
Quali sono i tempi di consegna ideali per progetti immobiliari in questo contesto?
I tempi di consegna devono essere chiari e rispettati. La trasparenza in merito è fondamentale per costruire fiducia. Oggi i clienti vogliono sapere esattamente quando potranno entrare nella loro nuova casa, senza sorprese o ritardi. Abbiamo notato che progetti come quelli in zona San Siro stanno ottenendo un buon riscontro proprio per la loro concretezza e chiarezza. Ad esempio, il nostro progetto ‘Sansi’ ha già superato il 20% delle vendite, con un aumento dei prezzi in linea con il mercato e con i costi di costruzione”.
Parlando di prezzi, qual è l’attuale dinamica del mercato immobiliare milanese?
“I prezzi, soprattutto sul nuovo, hanno subito una fase di stabilizzazione. Le transazioni registrate dall’Agenzia delle Entrate spesso riflettono accordi di mercato avvenuti uno o due anni prima, quindi non rappresentano la situazione attuale. Tuttavia, possiamo dire che il mercato sembra aver raggiunto un nuovo equilibrio, che consente una pianificazione più affidabile. Questo è cruciale per il settore, dato che i costi di costruzione continuano a crescere”.
Quanto incidono le recenti vicende giudiziarie sulla situazione immobiliare di Milano?
Purtroppo molto. Dal giugno 2023 non vengono rilasciate autorizzazioni edilizie dal Comune di Milano, e alcune di quelle passate vengono addirittura riviste. Questo blocco ha conseguenze drammatiche: cantieri fermi, fornitori senza lavoro e una filiera che rischia di spezzarsi. Se la situazione non si sblocca, entro il 2025 avremo una grave carenza di nuovi progetti. Alcuni fornitori stanno già smettendo di fare preventivi, segnale di una crisi imminente”.
C’è chi sostiene che questa situazione possa favorire altre città, come Roma, che sta vivendo un piccolo Rinascimento urbanistico. È d’accordo?
Non credo che ci sia un piano deliberato per spostare gli investimenti da Milano a Roma. Il Rinascimento urbanistico di Roma è reale e indipendente da quanto accade a Milano, ma è chiaro che Roma può trarne vantaggio in termini di attrazione di investimenti e competitività internazionale. Milano, però, deve rimanere attaccata al “treno” delle città globali. Se perdiamo altri 2-3 anni, rischiamo di non recuperare più. La situazione è preoccupante. La mancanza di interlocuzione tra amministrazione e operatori, unita alla fuga di funzionari competenti dal Comune, aggrava il problema. Inoltre, decisioni come il raddoppio della monetizzazione degli standard urbanistici rendono ancora più difficile la difesa delle posizioni degli operatori. Senza un intervento deciso e coordinato a livello politico, rischiamo di perdere ulteriori anni preziosi”.
Quali sono le prospettive per il futuro del settore immobiliare milanese?
A breve termine, non vedo soluzioni rapide. Anche il disegno di legge recentemente approvato (alla Camera, in attesa dell’ok dell’Aula del Senato, ndr) non risolverà il problema nel breve periodo. La vera sfida sarà ricostituire la filiera e ristabilire la fiducia nel mercato. Se Milano vuole mantenere il suo ruolo di leader internazionale, deve ripartire subito. Altrimenti, rischiamo di essere superati da città che stanno investendo massicciamente per attrarre talenti e capitali. Milano ha ancora un grande potenziale, ma deve agire ora. Non possiamo permetterci di perdere ulteriori anni in immobilismo e incertezze. Serve un impegno comune tra amministrazione, operatori e governo centrale per far ripartire il settore. È una sfida cruciale non solo per Milano, ma per l’intera Italia”.