09 Ottobre 2023

Sismabonus acquisti: motivi ragionevoli per prorogarlo fino al 2027

Osservatorio CAM Spa_Riqualificazione e Sviluppo Immobiliare

Riportiamo l’articolo pubblicato dal nostro Socio Angelo Marinelli, fondatore e Amministratore Unico di C.A.M. Spa
Nell’ambito di un dibattito aperto e di un quadro normativo particolarmente fluido, la futura definizione dei bonus edilizi potrebbe riservare delle novità interessanti, soprattutto se si prendono in considerazione i numeri relativi alle necessità di messa in sicurezza e riqualificazione energetica. Elementi che si traducono, a livello di benefici fiscali, in superbonus e sismabonus acquisti. A favore della prosecuzione di quest’ultimo incentivo in particolare, i cui sgravi sono attualmente consentiti fino al 2024, si presenterebbero diversi elementi di primaria importanza, a partire dall’impatto che ha già avuto e che potrebbe avere nello stimolare, attraverso la sostituzione edilizia, quindi con la demolizione di vecchi edifici e la ricostruzione di nuovi con le più recenti normative antisismiche e di efficienza energetica, un’azione di rigenerazione urbana che consegni l’immagine di un’Italia dal patrimonio edilizio più bello, sicuro ed efficiente.
Il quadro attuale
Stando agli ultimi aggiornamenti, il sismabonus acquisti sarà ancora consentito per le abitazioni con i rogiti di compravendita registrati fino al 31 dicembre 2024. Questa misura si applica agli acquirenti di unità immobiliari che una società ha provveduto a ricostruire in chiave antisismica in seguito a demolizione di un edificio ubicato in zona sismica 1, 2 e 3. Si tratta di una detrazione del 75% o dell’85% - dipende dal miglioramento sismico ottenuto - e fino a un massimo di spesa di 96mila euro.
Una prospettiva ragionevole
Il prossimo passo per poter effettivamente assistere a un’azione d’impatto sul patrimonio edilizio nazionale dovrebbe innanzitutto prevedere un’estensione minima della misura per almeno un altro triennio, così da garantire ai futuri acquirenti di case ricostruite con riduzione di una o più classi di rischio sismico, a cura dell’impresa immobiliare, di accedere a un’abitazione nuova e sicura facendo riferimento alla possibilità di usufruire di un incentivo fiscale di grande rilievo. Si tratta, del resto, di un lasso di tempo minimo per consentire alle imprese di costruzioni di pianificare adeguatamente i tempi di intervento su eventuali immobili in disuso e quindi procedere alla realizzazione materiale dell’opera. Solo alla fine si potrà procedere alla stipula dei rogiti di compravendita delle singole unità immobiliari - considerando che i beneficiari della misura sono proprio gli acquirenti che attualmente sarebbero permesse fino al 2024. 
Investire in sicurezza
L’esperienza maturata negli anni passati ha dimostrato che di fatto il sismabonus acquisti si è rivelato come l’incentivo più economico in assoluto per lo Stato in quanto permette un’attività di demolizione e ricostruzione che premia la sicurezza e che, allo stesso tempo, viene integrata dei più moderni standard edilizi in materia di efficienza energetica. Bisogna infatti ricordare che in Italia ci sono ancora 12 milioni di abitazioni a rischio sismico. Allargando il raggio dell’analisi, secondo il report "I rischi catastrofali. Azioni di mitigazione e gestione del rischio" scritto da Antonio Coviello, ricercatore dell'Istituto di Ricerca su Innovazione e Servizi per lo Sviluppo del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IRISS) e professore di Marketing Assicurativo nell'Università S.O. Benincasa di Napoli, Il 78% delle abitazioni italiane è esposto a un rischio alto o medio alto tra idrogeologico e terremoto.
Anche Roma rischia
Come evidenziato da un passato studio dell’Osservatorio CAM, anche Roma sarebbe a rischio. Nella capitale, che è la sede privilegiata dell’azione di CAM  Group, dove, grazie alla combinazione di superbonus e sismabonus, sono stati effettuati numerosi interventi di rigenerazione urbana, riqualificazione energetica e messa in sicurezza, su circa 400mila edifici residenziali ce ne sono circa 170mila costruiti prima degli anni Settanta, quindi in un’epoca ancora senza legislazione antisismica, visto che la prima normativa di settore risale al 1974.