
25 Giugno 2025
Hotel a Milano, cresce il lusso: boom di 4 e 5 stelle, spariscono gli alberghi economici
Hotel a Milano, la città si conferma capitale del lusso in Italia. Come riportato dal Corriere della Sera, secondo un’analisi realizzata da World Capital Group, la città sta vivendo un’evoluzione profonda del proprio mercato alberghiero: aumentano le strutture a quattro e cinque stelle, mentre diminuisce in modo netto l’offerta economica. A trainare questa trasformazione, da un lato, è il boom degli affitti brevi in centro città; dall’altro, l’interesse crescente di fondi e catene per un turismo “alto-spendente”, capace di sostenere tariffe elevate. Hotel a Milano: il lusso costa caro I numeri degli hotel a Milano parlano chiaro: una notte in una camera doppia in un cinque stelle costa in media 842 euro, mentre per un tre stelle si scende a 201 euro. Il report, basato su dati aggregati da Booking.com, evidenzia un incremento della fascia alta dell’offerta. Dal 2018 a oggi, gli hotel a cinque stelle sono passati da 30 a 33 strutture, con un aumento significativo anche per i quattro stelle, che oggi offrono 1.200 camere in più rispetto a cinque anni fa. Hotel a Milano: cinque e quattro stelle dominano il mercato Nel dettaglio, gli hotel a Milano a cinque stelle mettono a disposizione 3.273 camere (pari all’11,7% dell’intera offerta cittadina), con strutture che vanno da un minimo di 7 a un massimo di 301 camere. Il prezzo massimo registrato per una doppia tocca quota 3.552 euro. I quattro stelle, in continua espansione, rappresentano oltre il 63% delle camere disponibili, con 176 strutture e una media di 103 camere per hotel. Qui i prezzi oscillano tra 90 e 1.100 euro, con una media di 274 euro a notte. Hotel a Milano: gli economici in via d’estinzione A farne le spese sono gli alberghi più accessibili. I tre stelle sono 137, pari al 31% del totale, ma offrono solo il 20% delle camere (5.536 in tutto). I due stelle sono appena 55 strutture con 825 camere, e i monostella si fermano a 37 hotel per un totale di 642 camere. Le tariffe medie calano sensibilmente: si va dai 133 euro dei due stelle ai 118 euro degli hotel a una stella, con punte minime intorno ai 50 euro. Una fascia di mercato che fatica a reggere la concorrenza degli appartamenti in affitto breve. Hotel a Milano: catene e fondi guidano la trasformazione urbana Il report analizza anche la proprietà immobiliare delle strutture: 148 immobili sono in mano a catene, mentre gli investitori locali ne possiedono 149. Seguono enti e banche (38) e fondi istituzionali (36), che investono quasi esclusivamente in strutture a quattro o cinque stelle. È in questa direzione che si muove la Milano alberghiera: niente più pensioni o locande, ma edifici prestigiosi per clientela internazionale e business traveller. La qualità si misura anche nel rating Le recensioni su Booking premiano la qualità percepita. Gli hotel a Milano a cinque stelle ottengono una media di 8,88 su 10, con punte di 9,01 per gli hotel gestiti da investitori istituzionali. Nei quattro stelle si scende a 8,36, nei tre stelle a 7,92, fino ad arrivare a 7,12 per i due stelle. La soddisfazione degli ospiti è dunque direttamente proporzionale al livello dell’hotel, con una differenza marcata a favore delle strutture di fascia alta. Lusso e investimenti: il futuro è top class Nel solo 2024 il comparto alberghiero in Italia ha registrato 2 miliardi di euro di transazioni, e nel primo trimestre del 2025 il volume è già a 660 milioni, tre volte quello dello stesso periodo del 2024. Un trend destinato a proseguire: a Milano sono previste nei prossimi anni nuove aperture di hotel di lusso in zone centrali e iconiche della città, come il Rosewood Palazzo Branca in via Borgonuovo, il Six Senses in via Brera, il JK Place in via Borgospesso e un futuro hotel nei portici meridionali di Piazza Duomo, negli spazi ex Mondadori. La nuova Milano dell’ospitalità: più esclusiva, meno accessibile Il nuovo volto degli hotel a Milano è sempre più esclusivo. Le grandi operazioni immobiliari, le nuove aperture previste entro il 2026 e il valore degli investimenti indicano una direzione chiara: la città punta su clientela internazionale e “altospendente”. Un’opportunità per il turismo di fascia alta, ma anche un segnale d’allarme per la progressiva scomparsa dell’ospitalità accessibile. Il rischio è che Milano diventi una meta per pochi privilegiati, perdendo parte della sua anima popolare. |