18 Marzo 2020

I riflessi del Coronavirus sull'immobiliare

Hotel e high street i settori più colpiti. Calo degli investitori esteri. Ma nel lungo termine le prospettive possono tornare positive


 


In Cina è finita. In Europa la febbre sale vertiginosamente. E la cancellazione di grandi eventi fieristici, assieme alle restrizioni sui viaggi (sia business che turistici) che coinvolge proprio i Paesi europei a più alto tasso manifatturiero (Italia, Germania, Francia e Spagna) sembrano destinati ad avere effetti molto pesanti almeno sui segmenti alberghiero e commerciale. Ma solo nel breve-medio periodo. Ne è convinta Cbre nel report in cui analizza l’impatto del coronavirus sul real estate nell’area Emea.
Insomma, mentre i rendimenti immobiliari possono avere un impatto rilevante nel breve termine, le prospettive, nel lungo, rimangono positive. Anche perchè i volumi degli investimenti sono tradizionalmente bassi nel primo trimestre, mentre tendono a correre negli ultimi 3 mesi dell’anno. In pratica, il business ha tempo di rimettere in carreggiata il motore.


 


La Cina e l’Europa


Per Cbre, la Cina – con la quarantena imposta a Wuhan – ha minimizzato a poche settimane nel I trimestre la disruption sulle catene di fornitura e di beni intermedi dei settori a più alto valore aggiunto (meccanica, automotive, chimica, tessile). In Europa, invece, il rinvio del Mipim, la “serrata” del Nord Italia, e le limitazioni crescenti in tutta l’area Euro, rischiano di mandare in crisi le catene di fornitura nel circuito Ue. Se l’Italia si ferma e la Germania pure (o quanto meno rallenta), il rischio – spiega Cbre – è che una recessione non si sviluppi in Cina, ma in piena Europa.


 


I riflessi sull’immobiliare


Secondo gli analisti di Cbre, le restrizioni ai viaggi avranno, nell’immediato, un calo degli investitori immobiliare dall’Asia Pacifico. Ma se il I trimestre, in genere, è il periodo più lento per il mercato degli investimenti (rappresenta circa il 20% del volume investimenti annuale complessivo), un’eventuale ripresa, nell’ultima parte dell’anno, potrebbe linitarne la portata negativa. Peraltro, con il rischio di una crescita economica soffocata, è probabile che le banche centrali mantengano bassi i tassi in questo contesto e questo può aiutare la liquidità a creare nuove opportunità di investimento.
Finora l’impatto sul mercato degli uffici è stato limitato. Ma se dovessero verificarsi problemi logistici duraturi alle catene di approvvigionamento, per interruzione della produzione e dei trasporti, questo potrebbe ostacolare sia la pipeline di nuove costruzioni sia le scelte di investimento.


La vendita al dettaglio nelle principali città europee dipende fortemente dal turismo. Perciò, una riduzione dei viaggi e un minor numero di turisti sta già pesando sulla vendita di beni di lusso e di prima necessità in città come Milano. Per Cbre, se Covid-19 si diffonde di più in Europa in modo aggressivo del previsto, questo andrà ad accentuare la pressione già esistente sul commerciale e high street, causata innanzitutto dal commercio elettronico.


Tuttavia, un calo degli arrivi cinesi in Europa sarà limitato, dato che attualmente la Cina rappresenta solo il 2% del totale europeo degli arrivi internazionali. Tuttavia, se i viaggi intraeuropei possono subire una temporanea battuta d’arresto, il turismo nazionale potrà, nel breve periodo, rafforzarsi e compensare il calo dall’estero.


Le restrizioni al trasporto rappresentano una sfida significativa per l’industria logistica. E dato che queste operazioni richiedono un capitale esteso per funzionare, lo spostamento o la chiusura delle fabbriche potrebbe avere implicazioni a lungo termine. Infine, la destabilizzazione del mercato può incentivare gli investimenti regionali, mentre il commercio online – e il real estate che lo sostiene – possono anche trarre vantaggio da un aumento della domanda.


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