
02 Aprile 2025
Immobiliare, transazioni attese a +5% in Italia nel 2025. Canoni su del 2%
Prospettive positive per il 2025 per il mercato immobiliare residenziale sia a seguito dei sei ribassi consecutivi dei tassi di interesse sui mutui avvenuti negli ultimi otto mesi, i cui effetti reali sono attesi quest’anno, sia per un ritrovato desiderio di migliorare la propria qualità di vita e il proprio comfort abitativo. Fattori che dovrebbero contribuire a sostenere un aumento delle compravendite residenziali nel corso del 2025 (+5%), che porteranno a un aumento medio dei valori immobiliari del 2% in Italia. Bene anche le per cui si stima un aumento dei contratti del 3%, e un ulteriore rialzo medio dei canoni del 4%. Mentre per l’uso diverso dall’abitativo (negozi, uffici e capannoni) si prevede, sia per le compravendite che per le locazioni, una crescita del numero di contratti dell’1%, così come dei prezzi dei canoni (2%).
Sono queste previsioni emerse dal report Fiaip Monitora Italia, elaborato dal Centro Studi Fiaip su un campione di oltre 600 agenti immobiliari e professionisti del real estate, in collaborazione con Enea ed I-Com.
“Nel 2024 abbiamo registrato un andamento positivo per il mercato immobiliare, in particolare crescono gli acquisti della prima casa e cresce l’attenzione per le abitazioni meno energivore anche in virtù del costante rincaro delle bollette, sottolinea il presidente del centro studi Fiaip Francesco La Commare.” “Per il 2025, si delineano prospettive positive sia per i sei ribassi consecutivi dei tassi di interesse sui mutui avvenuti negli ultimi otto mesi, i cui reali effetti li vedremo quest’anno, sia per un ritrovato desiderio dei cittadini di migliorare il proprio comfort abitativo”.
Gli analisti sono andati oltre l’analisi prospettica del mercato italiano analizzando lo stato energetico del patrimonio immobiliare italiano. Ebbene, nel 2024 è migliorato l’apprezzamento per la qualità energetica dell’immobile (+4%) che si è riflesso sulla crescita delle compravendite di trilocali in classe C (+32%), D (+10%), E (+16%) rispetto all’anno scorso. Anche se il maggior numero di transazioni ha interessato ancora immobili in classe G (per circa il un terzo degli agenti immobiliari).
L’attestato di prestazione energetica (Ape) viene percepito sempre più dagli acquirenti (+9%) come un valido strumento per orientarsi verso abitazioni meno energivore. Sono aumentate le compravendite di abitazioni indipendenti meno energivore: per le villette a schiera diventano prevalenti le compravendite in classe energetica E (nel 2023 era la F), mentre per le case unifamiliari gli acquisti di case in classi energetiche F ed E hanno superato entrambe la classe G, principalmente per il fatto che le unità indipendenti riescono ad accedere più agevolmente al processo di efficientamento energetico rispetto agli appartamenti in condominio, in quanto svincolate da ineludibili burocrazie condominiali.
Inoltre, per la prima volta, le abitazioni di pregio maggiormente compravendute sono state quelle di classe A1 (13,02%), rispetto a quelle in classe G (12,78%), segno che il processo di efficientamento energetico per la fascia alta del comparto immobiliare è cresciuto. Non solo. La qualità energetica, nella valutazione della casa da acquistare, non appare più all’ultimo posto ma si colloca subito dopo l’ubicazione e la tipologia, a riprova di una maggiore consapevolezza nei cittadini dell’utilità e dell’importanza di avere una casa meno energivora anche in considerazione del caro vita e dei ripetuti rincari energetici nelle bollette.
“La maggior parte degli immobili nuovi compravenduti sono in classe A4 (per il 22% degli agenti immobiliari) mentre la maggior parte di quelli ristrutturati sono in classe B (per il 25% degli agenti immobiliari)”, si legge nel report. “Considerando le prime classi energetiche, gli edifici nuovi totalizzano un 75%, mentre gli edifici ristrutturati un 44% (il valore più elevato fin ora registrato)”.
Secondo i risultati dello studio, inoltre, è necessario un riordino degli incentivi fiscali immobiliari che rimangono strategici anche ai fini dell’imminente recepimento della direttiva Ue Case Green. Infine, per il 51% degli agenti immobiliari lo strumento del Superbonus 110%, nonostante sia una misura a termine, ha avuto un’influenza significativa sulle dinamiche del mercato immobiliare, determinando un incremento positivo sia della domanda che dell’offerta di immobili meno energivori oltre ad aver concretamente contribuito, unitamente ai vari incentivi fiscali edilizi, per il 73% degli intermediari professionali, ad aumentare il valore degli immobili con più elevate prestazioni energetiche e a ridurre le richieste per le case con scarse prestazioni energetiche.
“I dati che emergono dall’indagine Fiaip sul 2024, confermano ancora una volta come le sfide ambiziose della decarbonizzazione del settore immobiliare richiedano uno sforzo coordinato e sinergico tra iniziativa privata e supporto pubblico”, dichiara Ilaria Bertini, direttrice del dipartimento Enea di Efficienza energetica. “Gli operatori di mercato, sia dal lato della domanda che dell’offerta, appaiono sempre più capaci di quantificare in maniera adeguata il valore aggiunto conferito a un immobile residenziale da prestazioni energetiche. Questo processo deve essere favorito e rafforzato attraverso lo svolgimento di un ruolo guida da parte delle istituzioni. Ruolo che, dopo le profonde modifiche apportate ai meccanismi di incentivazione delle detrazioni fiscali, comprende la necessità di attuare misure di promozione dell’efficienza energetica efficaci dal punto di vista degli obiettivi energetici e climatici, ma anche sostenibili dal punto di vista finanziario ed eque rispetto alle disparità socio economiche”.
Sono queste previsioni emerse dal report Fiaip Monitora Italia, elaborato dal Centro Studi Fiaip su un campione di oltre 600 agenti immobiliari e professionisti del real estate, in collaborazione con Enea ed I-Com.
“Nel 2024 abbiamo registrato un andamento positivo per il mercato immobiliare, in particolare crescono gli acquisti della prima casa e cresce l’attenzione per le abitazioni meno energivore anche in virtù del costante rincaro delle bollette, sottolinea il presidente del centro studi Fiaip Francesco La Commare.” “Per il 2025, si delineano prospettive positive sia per i sei ribassi consecutivi dei tassi di interesse sui mutui avvenuti negli ultimi otto mesi, i cui reali effetti li vedremo quest’anno, sia per un ritrovato desiderio dei cittadini di migliorare il proprio comfort abitativo”.
Gli analisti sono andati oltre l’analisi prospettica del mercato italiano analizzando lo stato energetico del patrimonio immobiliare italiano. Ebbene, nel 2024 è migliorato l’apprezzamento per la qualità energetica dell’immobile (+4%) che si è riflesso sulla crescita delle compravendite di trilocali in classe C (+32%), D (+10%), E (+16%) rispetto all’anno scorso. Anche se il maggior numero di transazioni ha interessato ancora immobili in classe G (per circa il un terzo degli agenti immobiliari).
L’attestato di prestazione energetica (Ape) viene percepito sempre più dagli acquirenti (+9%) come un valido strumento per orientarsi verso abitazioni meno energivore. Sono aumentate le compravendite di abitazioni indipendenti meno energivore: per le villette a schiera diventano prevalenti le compravendite in classe energetica E (nel 2023 era la F), mentre per le case unifamiliari gli acquisti di case in classi energetiche F ed E hanno superato entrambe la classe G, principalmente per il fatto che le unità indipendenti riescono ad accedere più agevolmente al processo di efficientamento energetico rispetto agli appartamenti in condominio, in quanto svincolate da ineludibili burocrazie condominiali.
Inoltre, per la prima volta, le abitazioni di pregio maggiormente compravendute sono state quelle di classe A1 (13,02%), rispetto a quelle in classe G (12,78%), segno che il processo di efficientamento energetico per la fascia alta del comparto immobiliare è cresciuto. Non solo. La qualità energetica, nella valutazione della casa da acquistare, non appare più all’ultimo posto ma si colloca subito dopo l’ubicazione e la tipologia, a riprova di una maggiore consapevolezza nei cittadini dell’utilità e dell’importanza di avere una casa meno energivora anche in considerazione del caro vita e dei ripetuti rincari energetici nelle bollette.
“La maggior parte degli immobili nuovi compravenduti sono in classe A4 (per il 22% degli agenti immobiliari) mentre la maggior parte di quelli ristrutturati sono in classe B (per il 25% degli agenti immobiliari)”, si legge nel report. “Considerando le prime classi energetiche, gli edifici nuovi totalizzano un 75%, mentre gli edifici ristrutturati un 44% (il valore più elevato fin ora registrato)”.
Secondo i risultati dello studio, inoltre, è necessario un riordino degli incentivi fiscali immobiliari che rimangono strategici anche ai fini dell’imminente recepimento della direttiva Ue Case Green. Infine, per il 51% degli agenti immobiliari lo strumento del Superbonus 110%, nonostante sia una misura a termine, ha avuto un’influenza significativa sulle dinamiche del mercato immobiliare, determinando un incremento positivo sia della domanda che dell’offerta di immobili meno energivori oltre ad aver concretamente contribuito, unitamente ai vari incentivi fiscali edilizi, per il 73% degli intermediari professionali, ad aumentare il valore degli immobili con più elevate prestazioni energetiche e a ridurre le richieste per le case con scarse prestazioni energetiche.
“I dati che emergono dall’indagine Fiaip sul 2024, confermano ancora una volta come le sfide ambiziose della decarbonizzazione del settore immobiliare richiedano uno sforzo coordinato e sinergico tra iniziativa privata e supporto pubblico”, dichiara Ilaria Bertini, direttrice del dipartimento Enea di Efficienza energetica. “Gli operatori di mercato, sia dal lato della domanda che dell’offerta, appaiono sempre più capaci di quantificare in maniera adeguata il valore aggiunto conferito a un immobile residenziale da prestazioni energetiche. Questo processo deve essere favorito e rafforzato attraverso lo svolgimento di un ruolo guida da parte delle istituzioni. Ruolo che, dopo le profonde modifiche apportate ai meccanismi di incentivazione delle detrazioni fiscali, comprende la necessità di attuare misure di promozione dell’efficienza energetica efficaci dal punto di vista degli obiettivi energetici e climatici, ma anche sostenibili dal punto di vista finanziario ed eque rispetto alle disparità socio economiche”.